E’ passato poco tempo dall’E3 e le conclusioni che si possono trarre su The Elder Scrolls Online sono diverse ma ancora del tutto incerte.
Sicuramente il gioco è stato pensato per cercare di accontentare quanti più utenti possibili e ciò lo si vede dalla presenza di public dungeon, dall’intento di avvicinare al gioco di gruppo anche utenti che preferiscono giocare da soli - premiando anche la collaborazione disorganizzata, senza inutili punizioni frustranti - e dalla contestuale possibilità di completare la linea narrativa principale senza associarsi a nessuno e senza necessariamente collaborare con eventuali compagni di viaggio. Un mix di elementi che ha reso famosi e comuni i
giochi flash Bigpoint e Blizzard.
Il gioco è caratterizzato, inoltre, da un class design flessibile che permette di assumere ruoli differenti a seconda delle necessità.
Tuttavia, nel tentativo si inserirsi nel solco dei MMO, forse si è perso parte del fascino e della peculiare atmosfera che da sempre ha contraddistinto The Elder Scrolls, per lasciar spazio invece ad aspetti e dinamiche già visti in World of Warcraft e MMO simili. O, quantomeno, è quello che sembra essere risultato dai filmati preregistrati e dalle brevi sequenze di combattimento ed esplorazione propositivi del progetto alla fiera di Los Angeles (E3).
Alcuni punti fermi all’interno della struttura del gioco sono cambiati ma le caratteristiche di The Elder Scrolls non sono poi così innovative come il dungeon e raid per l'end game, la personalizzazione e il level design, la veduta in terza persona e i nemici che popolano sia le aree persistenti che quelle distanziate con pattern di movimento e comportamenti standard. I combattimenti sembrano essere basati, a seconda del personaggio, sulla stamina e sulla mana per l’esecuzione di magie e varie azioni di abilità.
Insomma, dalle demo all’E3 non sembrano esserci delle innovazioni di particolare appeal rispetto ad altri MMORPG, tuttavia manca ancora molto all’uscita del gioco e si spera che il risultato sia degno di questo gioco.
